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La Festa del Cinema di Roma, nel suo scenario abituale dell’Auditorium Parco della Musica, è giunta alla sua diciottesima edizione, celebrando con la sua locandina Anna Magnani e ricreando la sezione competitiva della rassegna (‘Progressive Cinema’), sotto la direzione artistica di Paola Malanga.
La giornata di ieri, la terza del Festival, ha avuto il suo culmine con la Masterclass e il Premio alla Carriera di Isabella Rossellini, preceduto da due proiezioni mattutine dedicate rispettivamente ai film ‘La erección de Toribio Bardelli’ e ‘Death is a problem for the living’
Il primo film è l’ultima opera del regista peruviano Adrián Saba, alle prese con la storia di una famiglia disastrata a Lima, composta da un padre vedovo, infantile, bizzoso e sessuomane, e i suoi non meno problematici figli. Il film vuole essere una commedia mischiata al dramma familiare, ma Saba non ha istinto visivo né drammaturgico per quanto riguarda i registri umoristici: il suo stile è uniforme e senza sbalzi e proprio per questo non valorizza le opportunità del soggetto di partenza, che sarebbe esploso in mano a registi più esperti del tono comico o grottesco. Inoltre, manca un’adeguata analisi psicologica e familiare dei personaggi, il cui retroterra biografico è esilissimo perché non accennato a sufficienza.
La sorpresa della mattina è stata invece ‘Death is a problem for the living’ di Teemu Nikki, regista finlandese che sa gestire con scioltezza un topos usatissimo al cinema: quello dei ‘delinquenti per caso’. La storia s’incentra su Risto (Pekka Strang) e Arto (Jari Virman): il primo è un ludopatico senza ritegno che si riempie continuamente di debiti, mettendo a repentaglio continuo la sua felicità personale e familiare; il secondo è un uomo che a causa di una risonanza scopre una condizione più unica che rara, l’assenza pressocché totale di cervello. La scoperta di questa particolarissima condizione genera un ostracismo che rovina la vita sentimentale di Arto e porta al suo licenziamento dall’asilo in cui lavora.
Il contatto col vicino Risto, tentatore e filibustiere, lo conduce all’interno di un sistema sotterraneo di crimine e di violenza inaudita che diventa il loro unico mezzo di sopravvivenza: i due devono infatti disporre di corpi dei suicidi coinvolti in un circolo clandestino di roulette russa, gestito da una spregiudicata criminale finlandese. Il film parte come una commedia e si conclude come un dramma bello e triste, con dei personaggi ben scritti, un’ottima trattazione dei problemi dei protagonisti ed un’atmosfera tesa, compatta e mesta.
L’evento principale della giornata è arrivato poco più tardi, con l’Incontro dedicato ad Isabella Rossellini, il secondo del Festival dopo quello iniziale col compositore Shigeru Umebayashi (In the mood for love, La foresta dei pugnali volanti).
La Rossellini, introdotta da Gian Luca Farinelli, è stata premiata per la sua carriera di attrice, regista e sceneggiatrice, non trascurando la sua attività di modella e giornalista: per ricongiungere simbolicamente i suoi inizi da telecronista per ‘L’altra domenica’ e il suo ultimo film ‘La chimera’, girato in Italia, la protagonista della serata è stata accompagnata sul palco da Renzo Arbore e dalla regista Alice Rohrwacher.
Alla premiazione è seguito, a cura della stessa Rossellini, il racconto della sua carriera multiforme, passata per il giornalismo; il breve periodo da costumista sui set del padre Roberto; la carriera di modella nata per caso e poi diventata la sua occupazione più conosciuta e celebrata; la sua attività di attrice, iniziata con il suo esordio, criticatissimo, con i fratelli Taviani e consacrata per la sua partecipazione a film di culto in America (Velluto blu o La morte ti fa bella, tra anni ’80 e ’90, e proseguita recentemente con Guy Maddin, regista canadese del cinema sperimentale); infine, è stata toccata la sua passione per la natura che, unitasi al cinema e alla sua recente laurea in etologia, ha portato la Rossellini a creare una serie di piccoli corti dedicati alla riproduzione animale (Green Porno, Seduce me e Mammas).
Erede di una famiglia importantissima per la storia del cinema, non solo italiano, l’attrice ha saputo raccontare con leggerezza ed ironia le sue tante attività, molto spesso nate per spirito di gioco ed intraprendenza, unendo filmati personali con frammenti dei suoi film più importanti e amati dal pubblico, che non ha mancato di applaudirla affettuosamente nella sua città di origine.